Ricorso per decreto ingiuntivo

Le operazioni di recupero del credito possono essere fatte dal creditore nei confronti del debitore se quest’ultimo non ha pagato un prodotto o un servizio nei tempi stabiliti.
In questo articolo parliamo ancora del recupero giudiziale del credito, concentrandoci sul decreto ingiuntivo.

 

Come avviene il recupero giudiziale del credito

Se un cliente non paga, l’azienda o il libero professionista può mettere in atto delle azioni di recupero dei crediti. Questi sono tutelati dalla legge, ma hanno anche alcuni obblighi. Per esempio, devono dare al debitore tutte le informazioni necessarie per pagare, come mettere nella fattura informazioni quali la modalità di pagamento.
Se il creditore non ottiene dal debitore il suo credito, sebbene il cliente abbia ricevuto tutte le informazioni necessarie per pagarlo, il creditore ha la facoltà di richiedere il pagamento; può farlo in un primo momento con modalità più “soft” (con il recupero stragiudiziale ad esempio) e poi in via formale, ricorrendo all’autorità giudiziaria, cioè al recupero giudiziale del credito.

Un credito deve essere certo, liquido ed esigibile. È certo in quanto certificato (ad esempio da un contratto, da una fattura o dalla bolla firmata alla consegna della merce). È liquido se la somma che deve essere pagata è stata quantificata in modo preciso. Ed è esigibile quando il cliente deve pagare (ad esempio, se la fattura è scaduta).

 

Come si fa un ricorso per decreto ingiuntivo

Il decreto ingiuntivo (detto anche ingiunzione di pagamento) è uno strumento rapido, efficace e poco costoso che il creditore può utilizzare.

Il decreto dà la possibilità di rifarsi sui beni del debitore (col pignoramento, ad esempio) e di farlo in tempi brevi. Tuttavia, è utilizzabile solo in alcuni casi. Siccome è un atto giudiziario, è regolato dal codice di procedura civile (articoli 633 e seguenti) e fa parte dei procedimenti con prevalente funzione esecutiva.

Il decreto ingiuntivo viene emesso senza ascoltare il debitore e senza troppo approfondimento. Siccome c’è un po’ di superficialità, si utilizza l’espressione “cognizione sommaria”. Ma il debitore ha la possibilità di presentare un’opposizione e allora il procedimento diventa a “cognizione piena”, dando tutte le garanzie del contraddittorio e dell’istruzione probatoria; in tal modo, però, tempi e costi aumentano (li decreto ingiuntivo ha costi ridotti rispetto a un processo ordinario).

Una volta ottenuto, il decreto ingiuntivo è a tutto gli effetti un titolo esecutivo, cioè uno strumento giuridicamente valido che il creditore può utilizzare.

Chiunque, anche le persone fisiche che lavorano col codice fiscale (pensiamo a chi opera con ritenuta fiscale, quindi non solo le partite iva), può richiedere il decreto ingiuntivo. In termini tecnici, il creditore è il ricorrente o l’ingiungente ed il debitore è il resistente o ingiunto.

Tuttavia, per poter ricorrere al decreto ingiuntivo occorre che il credito abbia determinati requisiti.
Per poter fare un ricorso per decreto ingiuntivo è obbligatorio che l’ingiungente sia il titolare del credito e che il credito possa essere dimostrato con documento scritto.
Sono “conditio sine qua non”.

Sperando di avervi chiarito un po’ di più le idee, vi invitiamo a contattarci per conoscere meglio il nostro modo di supportare le piccole e le medie imprese nel recupero giudiziale del credito.

 

Fonti

Come funziona e come si procede per il recupero del credito


https://www.altalex.com/guide/decreto-ingiuntivo