Procedura legale

Procedura legale: le componenti del recupero legale

Parliamo ancora del recupero legale del credito insoluto e vediamo che cosa comporta.
Come ormai saprete, la nostra agenzia predilige il recupero crediti stragiudiziale, per diversi motivi. Ma purtroppo, non è sempre possibile risolvere la situazione in via “amichevole”. L’ultimo tentativo è la lettera dell’avvocato, ma spesso è solo un pro-forma.

 

Procedura legale e ruolo del tribunale nel recupero crediti

Ricapitolando quello che abbiamo visto negli articoli più recenti, ricordiamo che una volta che si è risoluti a tentare il recupero legale del credito, occorre attendere che il giudice si pronunci.
Affinché lo faccia a suo favore, l’imprenditore o il professionista che ha deciso di seguire la via giuridica deve portare delle prove del credito non ha ancora ottenuto. Prova che può essere una fattura scaduta o una bolla firmata che attesta la ricezione della merce, ad esempio.
Secondo alcuni, sarebbe opportuno che fosse presentata anche una documentazione integrativa, come l’estratto conto dell’azienda, che corrobori le affermazioni.
Anche i privati hanno questa facoltà: si pensi a chi lavora in ritenuta d’acconto.
Il giudice ordina l’istanza di pagamento che viene notificata da parte di un responsabile del tribunale al cliente moroso, che ha un periodo limitato di tempo per regolarizzare la propria situazione, salvo ricorso.
Se non lo fa, scatta il recupero forzato del credito.

 

Altri aspetti del recupero legale: il pignoramento e il fallimento

Il pignoramento è forse uno degli aspetti più noti del recupero legale. Se ad essere pignorato è un immobile, non è raro che il creditore (o i creditori: spesso ce n’è più di uno) chieda che lo siano anche degli oggetti presenti all’interno. Beni che devono essere custoditi o dal debitore o da terzi; infatti, potrebbe capitare che il cliente insolvente li venda.
Sempre in tema di pignoramento d’immobili, il giudice può ordinare l’allontanamento del debitore dall’unità abitativa se reputa che la sua presenza sia un ostacolo alla vendita.
Un’altra cosa che può essere pignorata è il conto corrente. In questo caso, la banca può bloccarlo per intero o in parte (per la cifra dovuta). Se sul conto non c’è disponibilità, verrà pignorato una volta che non sarà più a zero.

L’ultimo aspetto che abbiamo trattato è stata l’istanza di fallimento.
La richiesta può essere inoltrata sia dai creditori, sia dallo stesso imprenditore, caso mai volesse limitare le perdite per non aggravare ulteriormente la propria situazione.
Bisogna dire che in questo caso la procedura legale prevede che i creditori siano affiancati da un avvocato. Obbligo che non ha l’imprenditore, se non altro per non aggiungere una spesa al debito.

 

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