Diffida legale nel recupero crediti stragiudiziale

La diffida legale è l’ultimo atto del recupero crediti stragiudiziale. Infatti, dopo aver fatto tutti i tentativi possibili per convincere il debitore a saldare la fattura, si deve procedere con quest’azione.

 

Gli elementi fondamentali

La diffida stragiudiziale deve contenere una spiegazione delle richieste del creditore. Con essa s’invita il debitore a regolarizzare la propria situazione per evitare il ricorso in tribunale.
Deve essere recapitata tramite pec o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, perché si deve avere la certezza che il debitore la riceva.
Generalmente viene scritta o da un legale o da un’agenzia di recupero crediti.

 

Il ruolo giuridico della diffida stragiudiziale

La diffida legale è un atto privato. Possiamo anche chiamarla “diffida stragiudiziale” perché, nonostante il nome, i tribunali non vi rientrano affatto. Ma potrebbe essere utilizzata come prova in caso di recupero crediti giudiziale.

Il Codice civile concede 15 giorni al debitore per saldare il debito.

Un effetto della diffida è quello di interrompere la prescrizione; il creditore ha un certo limite di tempo per poter richiedere formalmente quanto gli spetta, ma con la diffida si può bloccare il termine e farlo decorrere di nuovo da capo a partire dal giorno dopo da quando il debitore l’ha ricevuta.

 

Si può ignorare una diffida legale? Qual è la sua efficacia?

È obbligatorio rispondere alla diffida? No, perché trattandosi di un atto stragiudiziale la non risposta non ha alcuna implicazione giuridica. Il debitore ha comunque la possibilità di difendersi in tribunale anche senza contestare immediatamente la diffida.

La diffida legale pur contenendo una scadenza, seppure indicativa, non obbliga il debitore, il quale può scegliere di ignorarla e di lasciare al creditore la facoltà di ricorrere ad un tribunale. Poi, qualora il cliente inadempiente dovesse essere condannato dal tribunale, finirebbe nella lista dei cattivi pagatori, con le relative conseguenze.

Questa diffida è solo un atto formale che non sempre convince il debitore a saldare. Soprattutto se questo reputa che sia un suo diritto quello di non pagare quanto dovuto perché, a suo dire, i lavori non sono stati fatti a regola d’arte e quindi contesterà il pagamento proprio a partire da questo elemento. Se invece non vuole pagare per scorrettezza o perché non ne ha la disponibilità, non è escluso che anche la decisione di un giudice non abbia effetti immediati e che si dovrà quindi ricorrere ad atti come il pignoramento.

 

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